Svelature by Elsa Dezuanni

Svelature by Elsa Dezuanni

autore:Elsa Dezuanni [Dezuanni, Elsa]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Narrativa e letteratura
editore: Mazzanti
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Per la zia, tanto devota, la preghiera divenne quasi un’ossessione: implorava la grazia della guarigione per il marito, non meritevole, nel suo intendere, di una simile disgrazia. A ogni visita alla clinica per disabili lo rassicurava che non lo avrebbe abbandonato e di sperare nella divina misericordia, ripetendo reiterate metafore in una sorta di cantilena cui egli replicava con brontolii indecifrabili. Certa che comprendesse, si dilungava in resoconti sul proprio trascorrere le giornate: lo sventurato ora annuiva ora scuoteva la testa a dire “Adesso basta!” Messaggio non accolto dalla moglie, che continuava a ciarlare fino al saluto di arrivederci.

Mesi dopo, i medici confermarono le gravi difficoltà del marito a deambulare e sentenziarono che la riabilitazione logopedica non aveva fruttato miglioramenti. Si poneva la necessità di decidere se riportarlo a casa, con il necessario aiuto di un badante, oppure sistemarlo in un’appropriata residenza sanitaria.

Si accinse quindi a disdire l’affitto del monolocale e a organizzarsi per svuotarlo. Si rivolse a Iris, dandole le chiavi, recuperate dalle tasche del marito il giorno dell’incidente “Dell’arredamento veda cosa può interessarle; di quel che resta ci penserà mia nipote a trovare chi si occuperà di sbaraccare. Per i modellini delle auto procuri uno scatolone, che metteremo nella nostra cantina, e li imballi per bene dentro”.

La prima cosa che Iris fece, affinché la moglie continuasse a rimanere all’oscuro, fu di far sparire ogni cosa riconducibile alle ossessioni sessuali del marito. Sul tavolo di lavoro vide lo smartphone che – ovvio – egli aveva scordato di prendere con sé il giorno della disgrazia: in un moto di rabbia lo scagliò a terra e lo calpestò con il tacco di una scarpa fino a distruggerlo e lo buttò nel sacchetto dell’immondizia assieme alle numerose foto pornografiche già stracciate. Frugando nei cassetti degli attrezzi da modellismo ebbe in mano un blister di pastiglie di Viagra e nel gettarlo via esclamò a denti stretti “Figlio di un cane!” Seguì quindi le istruzioni della signora inscatolando con cura i modellini delle auto. Del mobilio e di altro non volle niente, le sarebbe venuto il voltastomaco rievocandone la provenienza.

La signora si angosciò non poco, obbligata a scegliere tra riportare a casa il marito o farlo ospitare in una residenza conforme alle sue necessità. Valutò che durante il ricovero in ospedale e nel periodo di permanenza nella struttura di riabilitazione, all’iniziale impressione di vuoto a dormire e a pranzare da sola era subentrato un tranquillo destreggiarsi nel suo andamento quotidiano, compresa la partecipazione agli incontri organizzati dal circolo culturale di cui era socia. Ammise che in fondo la solitudine non le pesava, consolata dall’affetto della nipote e dall’attaccamento di Iris. Immaginò la situazione con il marito da accudire e un badante per casa. Quanto l’avrebbe scossa averlo sotto gli occhi a condividere quel suo stato di invalido? E al pensiero che il suo bell’appartamento, da lei arredato con gusto in ogni particolare, sarebbe stato scombinato da una sedia a rotelle che gironzolava per le stanze, si sentì soffocare.

Fu allora che si mise a riflettere sul loro stare insieme.



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